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Ad Hanoi veniamo ospitati da Ugo, un ragazzo spagnolo del couchsurfing che abita dopo il Red River. La sua casa è una reggia su tre piani, con 7 camere da letto e 4 bagni, lavatrice, mega cucina, acqua calda e il santo wi-fi. In teoria dovevamo fermarci solo un paio di giorni ma dato che siamo capitati tra i confort più assoluti ci siamo trattenuti di più. La città di Hanoi è un macello incredibile, credo che prima di ogni cosa sia importante imparare ad attraversare la strada. Qui il traffico è spaventoso, centinaia e centinaia di moto e motorini, qualche bicicletta e autobus e pochissime auto corrono all’impazzata per le vie. Tutti suonano di continuo il clacson e non si riesce mai a capire a cosa o a chi stiano suonando. Nessuno tocca mai i freni, al massimo rallentano, quindi per attraversare bisogna farsi prima il segno della croce dopo di che, con un andatura lenta ma costante, bisogna raggiungere l’altro marciapiede. Se non si fanno mosse false o scatti improvvisi si riesce nell’intento perchè ci pensano i motociclisti ad evitarti. Fatto questo bisogna solo cercare di resistere il più possibile all’inquinamento acustico, dopo due ore ad Hanoi il mal di testa è garantito..tra i rumori dei motori ma soprattutto dei clacson si va in giro con l’emicrania. I clacson poi variano dal rumore classico alle trombe bitonali con delay fino ad arrivare a timbri così acuti che ogni strombazzata si trasforma in uno spillo dritto nell’orecchio.
Al centro della città si trova il Hoam Kiem Lake e da lì inizia il vecchio quartiere. Qui i negozi e le botteghe formano le vie, c’è quella delle scarpe, delle stoffe, del cibo, dei cappelli etc. etc, lo shopping è diviso per strade. Girando qua e là per le strade gremite di gente e merce troviamo un mercato di generi alimentari. Qui si vedono spezie, uova, frutta, verdura, pesci, crostacei e rospi che vengono venduti vivi. Per fortuna non abbiamo incontrato cani in gabbia, qui si mangiano e se ne avessi visto uno credo che mi avrebbe messo un bel po’ a disagio.
Ogni giorno prendiamo un moto taxi per raggiungere il centro, in moto si sale in tre e il casco è una specie di cappello appena appena rinforzato.
Oggi ci incontreremo con Clay, il fratello di TripLuca, che si trova ad Hanoi per lavoro. Giriamo per la città e tra i negozi per strada incontriamo diversi uomini seduti su seggioline bassissime intenti a giocare a dama o donne che preparano il te o che fanno la pedicure. Ci fermiamo a mangiare come sempre per strada dell’ottima cucina vietnamita che è davvero saporita e molto varia. Dopo esserci riempiti a dovere lo stomaco ci rimettiamo in moto e passiamo davanti ad un ospedale, qui sul marciapiede c’è una barella con tanto di degente in pigiama con la gamba fasciata e qualche abrasione sulla faccia, altro che posto in corsia questo poveretto lo hanno lasciato in mezzo alla strada!
Il cielo incomincia a diventare nero come la pece e si alza un bel vento fresco, sta per arrivare un mega acquazzone e dato che manca ancora un’oretta al nostro appuntamento ci ripariamo in una super bettola vietnamita a bere un caffè annacquato e una coca. Finalmente ci incontriamo con Clay e andiamo a berci una buona birretta locale e tra una chiacchiera e l’altra ci invita a cena in un ristorante francese. Noi sembriamo due zingarelli, vestiti come nostro solito e con i piedi neri dalla camminata, ma vinto il primo nano secondo di disagio per il nostro look abbiamo passato una bellissima serata mangiando dell’ottimo cibo e chiacchierando della vita. Splendido.
“i piedi neri dalla camminata”…a Lanciano si dice “pitazuzz”. ahahahahah
ah ah, vi ha portati in un posto per gente civile!
Come avete fatto a convincerli a farvi entrare?
Eh eh, comunque, essendo stato da entrambe le parti della barricata (area manager incravattato e barbone onderod), vi posso confermare che siete dalla parte giusta 🙂