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Dakhla non è male come città, abbastanza turistica e con tanto di lungo mare. Siamo indecisi se rimanere per un giorno in più ma prima cerchiamo di capire come arrivare in Mauritania da qui. Alcuni ci dicono di andare a chiedere informazioni vicino ad un Hotel mentre molti altri ci dicono di andare alla porta della città, poco prima del posto di blocco della polizia. Prendiamo un piccolo taxi per andare verso la porta di Dakhla, lì troviamo un bel gruppetto di Mauritani con tanto di furgoni e Mercedes che fanno sotto e sopra da lì a Noadhibou. Parte la solita asta al prezzo. Passare la frontiera con loro è abbastanza caro, circa 21 euro a testa. Uno di loro parla spagnolo ed è quello che vince la gara d’appalto. La strada è abbastanza lunga, circa 400 chilometri fino al confine. Sidi, il tassista, ci dice che ci vorrà almeno un’ora per passare il confine. Il panorama si ripete per tutto il tragitto, mare sulla destra e deserto a sinistra. Finalmente all’orizzonte vediamo le grandi dune del deserto..
Intorno a noi non cè niente, qua e là spuntano però lunga la strada asfalta dei bei cartelli che con tanto di teschio rosso e ossa incrociate. Tra la sabbia è ancora tutto minato con le mine antiuomo. Non è tanto per dire..è proprio così, bisogna rigorosamente seguire la strada asfaltata. Due anni fa una famiglia di francesi hanno percorso un pezzo di strada non battuta e sono saltati per aria.
Con noi in macchina ci sono altri due Mauritani che tornano a casa. Per tutto il viaggio fino alla frontiera nessuno spiccica una parola. Arriviamo al confine, dobbiamo uscire dal Marocco e per farlo ci mettiamo circa un’ora. La dogana Marocchina chiude verso le 18-18.30. Ci sono molti francesi con le jeep che vanno verso la Mauritania. Arrivano persino due europei in bicicletta!! Dato che ad ogni posto di blocco ti chiedono la professione io sono un barman mentre Valeria è cuoca. Compiliamo il foglio d’uscita con i nostri dati e consegnamo il passaporto alla dogana e aspettiamo. Dopo appunto un’ora ci chiamano per renderci i documenti. Valeria, dato che non si ricorda come si scrive cuoco in francese, sotto la voce professione ha scritto Chef. Il poliziotto quindi le chiede: “capo di che?”..capa di cazzo direi io! Svelato il mistero del capo varchiamo il confine ed entriamo nel tratto di terra di nessuno. Dobbiamo percorrere pochi chilometri per raggiungere la frontiera Mauritana. Qui è davvero pazzesco, la strada non esiste, c’è solo sabbia e rocce. Il Mercedes per un attimo sembra insabbiarsi ma un colpo di gas andiamo avanti. Tutte le macchine percorrono questo tratto di strada a zig-zag..è troppo strano ma è ancora più strano vedere lungo la strada che non c’è niente ma solo decine di macchine abbandonate. Queste macchine sono più che altro delle carcasse arruginite e sventrate. Una specie di cimitero sembra. Arriviamo al confine con la Mauritania. La caserma è una casetta di legno scassata, insomma una baracca. Alcuni poliziotti sono con la pelle nera nera mentre altri sembrano ancora dei Marocchini. Uno di questi sembra uscito da un film, con il fucile in mano ci guarda dalla sua jeep mentre ascolta una stazione inglese da una radio vecchia che tiene in mano. Un poliziotto con dei mega baffoni prende per mano Valeria e la porta nella baracca..si è innamorato. Non le stacca gli occhi di dosso e le sorride di continuo. Facciamo il visto alla frontiera, costa 10 euro a testa. Risaliamo sul taxi e poco dopo incontriamo un altro posto di blocco. Ci fanno un altro controllo ai documenti e al bagaglio dopo di che possiamo proseguire. Noadhibou è su una lingua di terra esattamente come Dakhla. E’ buoi e non capiamo bene com’è il posto ma sembra che ci siano solo due strade principali, senza illuminazione e poco asfaltate. Il tassita ci fa chiamare dal suo cellulare Maylen, una ragazza che dovrebbe ospitarci. E’ la nostra prima esperienza di Couch Surfing! Andiamo a casa di una amica di Maylen, dove lei si trova. Arriviamo a casa di questa ragazza e ceniamo con Maylen, Emanulela e Samantha. Sono tre volontarie del corpo di pace, sono americane. Davvero gentili ed ospitali, ci fanno cenare e lavare.
Mitici Paolo e Valeria… siete grandi!!! Oggi che ho saputo che inizierete l’avventura con il couch surfing sono ancora più contento!! Continuate così…. have a nice trip!!
oh raga ma veramente anche io sto incominciando a preoccuparmi. Paolo stai attentissimo a Valeria mi raccomando. Guardate che dei miei amici sono stati in quelle zone e sono stati rapinati un paio di volte sapete?
non fateci stare in ansia
raga però state attenti eh? Mi raccomando.
io non vorrei passare per la sfigata di turno ma un viaggettino un pò meno da cardiopalma per lo meno per chi sta a casa??? zapa lo so che 6 mezza cecata anke se fai finta di niente, per cui se ti scappa la pipì non farla per strada tra i cespugli ma se proprio devi falla SULLA strada!!
non ti avevo consigliato di portarti anke un dizionario di francese?? cuoco si dovrebbe scrivere cuisinier!
ciao belè e ocio!
ehi… ci siamo incontrati all’aeroporto di fuerte l’11 marzo, sono la ragazza del Sardo!!!! vi sto seguendo in questo viaggio… cercate di stare davvero attenti però!! come ho letto che lo sbirretto coi baffi ha preso per mano Valeria etc etc.. mi è ventuo un colpo al cuore!!
comunque.. buon proseguo!
aloha