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Per smaltire il tanto cibo il giorno successivo decidiamo di andare insieme a Carlos e Miguel a vedere un cascata. Questa cascata è a circa un’ora di distanza dal villaggio di Port Barton, il primo pezzo di strada è semplice perchè è una mulattiera mentre l’altra metà del percorso è tra la foresta, lungo il ruscello. Il terreno è bagnato perchè durante la notte ha piovuto e così mentre camminiamo allegramente tra il fango ci accorgiamo che sulle nostre gambe si stanno arrampicando degli strani vermiciattoli: sanguisughe! Tra le risa e le grida cerchiamo di staccarci di dosso queste bestiacce, prima che inizino a succhiare il sangue. E’ una scena troppo ridicola e disgustosa allo stesso tempo, perchè provo a staccare questi lumaconi dai polpacci con le mani e mi si appiccicano alle dita..non vogliono proprio mollare! Una volta liberatici dai vermoni rimaniamo tutti con la psicosi di averne ancora qualcuna attaccata, quindi continuiamo costantemente a controllarci e a saltare nervosamente appena sentiamo qualcosa che ci sfiora.
Finalmente raggiungiamo la cascata e ci concediamo un bel bagno sotto l’acqua fresca e nuotando nella piscina naturale ai piedi della cascata. La cascata non è particolarmente alta ma il posto è davvero bellissimo, immerso nel verde più assoluto e soprattutto ci siamo solo noi.
Dopo un bel bagno ci mettiamo tutti a contemplare questo posto che ha un qualcosa di veramente magico e rilassante.
Il nostro tempo a Port Barton è scaduto salutiamo il villaggio, prossima tappa Puerto Princesa, dove prelevare qualche soldo, estendere il visto e navigare un po’ in rete. Sono le 7 del mattino e aspettiamo Carlos, Daniel e Miguel con i quali viaggeremo. Arrivano anche Vlado e Sol a salutarci, ci siamo quasi tutti, all’appello manca Carlos. Paolo va al bungalow a chiamarlo, Carlos mugugna qualcosa ma non si alza, poi va Miguel a chiamarlo, ma ancora niente e per ultimo provano a svegliarlo Vlado e Daniel. Niente da fare, ieri sera ha festeggiato un po’ troppo e adesso non riesce proprio a svegliarsi! io, Paolo e Miguel partiamo mentre Daniel si ferma ad aspettare Carlos. Riprendiamo il mitico Lion King che ci porta, dopo un’ora di fango, sulla strada asfaltata. Da qui aspettiamo un bus che va a San José, il terminal di Puerto Princesa. C’è tanta gente che fa questo tratto di strada e riusciamo a trovare posto solo sul tetto del bus, sopra i sacchi di riso. Il viaggio dura circa 4 ore e l’unica cosa alla quale bisogna fare attenzione è di non prendere qualche ramo sulla testa o cavo elettrico. Io ovviamente, maldestra come sempre, mi prendo una bella tranvata sulla faccia perchè non mi sono accorta di un bel rametto! per fortuna che il bus si stava fermando.. Beh con una bella frustata in faccia arrivo a Puerto Princesa dove cerchiamo come sempre per prima cosa un posto dove dormire. Troviamo un bell’ostello, pulito con cucina e con tanto di wi-fe free, perfetto perchè eravamo già in crisi d’astinenza!
Il giorno dopo arrivano gli altri due soci del viaggio Carlos e Daniel e insieme organizziamo la prossima tappa del nostro viaggio dilettandoci nel preparare mille manicaretti nella cucina dell’ostello, diventando ogni sera sempre più grassi.