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A Miri stiamo decidendo sul da farsi. Andare verso Gulu sarebbe bello perchè c’è il parco e tante altre cose da vedere ma per arrivarci bisogna volare e poi da lì non si può tornare verso Kota Kinabalu via terra ma bisognerebbe riprendere un altro volo. Dopo un pò di discussioni pensiamo di andare a Kuching, da qui ci vogliono 8 ore di bus ma alla fine per motivi logistici decidiamo di prendere un volo per Kota Kinabalu perchè se torniamo via terra dovremmo ripassare per il Brunei e poi rientrare in Malesia, sarebbe a dire altri quattro timbri sul passaporto. Non me lo posso permettere perchè mi sono rimaste solo tre pagine e le devo conservare per i visti per l’Indonesia.
Così con un’ora di volo arriviamo a Kota Kinabalu e ci piazziamo nello stesso ostello dov’eravamo già stati. Andiamo subito a chiedere per il visto per l’Indo, costa 35 euro, per averlo ci vogliono tre giorni lavorativi ma prima vogliono vedere il biglietto aereo di andata e ritorno..ops!Non abbiamo nessun biglietto di ritorno e non vogliamo comprarlo perchè andrebbe sicuramente perso visto che vogliamo rimanere in Indonesia per un bel po’, così iniziamo a pensare di falsificare con Porcoshop un biglietto di Air Asia che già abbiamo, cambiando solo i nomi e le date.
Non è cosa semplice così nel frattempo, dato che è sabato e per il visto non se ne parla fino a lunedì, decidiamo di andare a Sepilok a vedere gli Oranghi e quindi partiamo.
Sepilok è un piccolo posto in mezzo alla foresta dove si trova questo “santuario degli oranghi”. Come arriviamo andiamo diretti per vedere gli oranghi, l’ingresso costa 8-9 euro..e come tutte le altre cose era meglio vedersi National Georaphic a casa. Ci sono un miliardo di persone con tanto di guida con un cartello in mano sul quale c’è scritto: “silence please”. Ci fanno vedere gli oranghi quando è ora di mangiare così escono allo scoperto, sempre se ce la fanno a farsi largo tra un esercito di macachi. Una timida mamma di orango con tanto di cucciolo in braccio tenta di avvicinarsi per mangiare ma i macachi la fanno scappare via tra gli alberi. Poi l’orango torna e in barba ai turisti si mette a mangiare dando le spalle a tutti noi per poi ritornare sui rami degli alberi.
Evitiamo la folla e camminiamo seguendo il percorso lungo 1,5 km ma la passerella è in buono stato solo dove ingrassano i macachi, per il resto è tutta distrutta o inesistente quindi è impossibile da fare a piedi.
Usciamo e andiamo verso Sandakan, dove ci fermeremo solo per una notte. Abbiamo deciso che proveremo a prendere il visto per l’Indonesia da Tawau, l’ultima città del Sabah.
bravi. falsificate i biglietti per il visto… che poi in indonesia vi condannano all’ergastolo 🙂
Se ho capito bene entrerete in Indonesia via terra in Kalimantan?
Buongiorno,
mi chiamo Barbara e mi permetto di scrivere un commento a questa sua pagina.
Sepilok è prima di tutto un Centro di Riabilitazione non uno zoo! Gli orang utan vengono liberati all’interno della Kabili Forest, dopo una lunga e attenta riabilitazione (presso gli edifici della Clinica, dove gli animali feriti e in difficoltà vengono “raccolti”) e la possibilità di vederli da vicino per un turista è appunto la piattaforma A, dove lei si è recato. Premettendo che non sempre si può essere fortunati ad osservare un gruppo consistente di pongo pigmeus a Sepilok ne tantomeno in natura, Sepilok offre l’unico modo per osservare gli oranghi nel loro habitat naturale. Proprio per questo non è concesso avvicinarsi ne, tantomeno fare rumori che potrebbero disturbarli.
Forse è stato mal informato o si è mal documentato quando ha visitato il centro.
Lo scopo è di far conoscere al pubblico il più grande primate arboricolo che esista sulla Terra non offrire uno spettacolo da circo.
Questo è l’obiettivo di Sepilok!
Bisognerebbe sostenere centri come questo non darne una descrizione sommaria e fuorviante.
Mi sono permessa di scrivere queste righe per chiarire la posizione del centro dove peraltro ho lavorato per due mesi come volontaria.
La ringrazio per l’attenzione.
Barbara