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Appena svegli cerchiamo di raggiungere Tan-Tan. Ci si puo’ arrivare sia con un autobus che con il taxi. La scelta più economica è il taxi da dividere con altre 6 persone. Così con la coppia di tedeschi carichiamo le valigie sul mercedes modello beirut e aspettiamo che si aggiungano altre due persone. Dopo poco due Marocchini si aggiungono a noi e così possiamo partire. La strada è bene o male asfaltata e segue la costa. Tutt’intorno deserto e rocce. La polizia ci ferma un paio di volte per controllare i documenti e le domande sono sempre le stesse: “da dove vieni?”, “dove vai?”, “che lavoro fai?” e “dove dormi?”.
Facciamo una sosta lungo la strada per mangiare qualcosa, una specie di spezzatino di agnello con tanta cipolla e uva sultanina, buonissimo. Ripartiamo e arriviamo a Tan-Tan. Il tassista ci lascia nella piazza centrale della città e troviamo subito un hotel per dormire. I prezzi sono decisamente più economici di Tarfaya, per dormire spendiamo 2 euro a persona. L’Hotel è da combattimento ma va più che bene. Facciamo un giro per la città e ceniamo con anguilla e verdure.
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Traghetto Fuerteventura Marocco
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Paolo ci accompagna a Puerto del Rosario ma prima di lasciarci al porto mangiamo insieme qualcosa in città, pulpo a la plancha, murenda e atun a la plancha il tutto accompagnato da papas arugadas con mojo canario. Arriviamo al porto e non ci possiamo sbagliare, parecchi marocchini aspettano il traghetto e a parte noi e altri quattro o cinque occidentali non ci sono altro che arabi. La polizia canaria controlla i documenti e prima di farci imbarcare ci fa passare sotto il metaldetector che è rigorosamente spento! I bagagli andrebbero imbarcati su un furgoncino dell’Armas ma dato che abbiamo la tavola ci fanno salire sulla nave con tutta la nostra roba. Tutti i Marocchini hanno un sacco di scatoloni e borsoni e molti portano a casa coperte di lana e pacchi di detersivi o pannolini per bambini. Si parte, lasciamo Fuerteventura ancora una volta con una nave infatti anche due anni fa siamo tornati a casa via mare. La crociera dura 5 ore e il mare è decisamente agitato. Molti sulla nave si sentono male e anche io sudo freddo..Valeria invece sta bene e sgambetta su e giù per il traghetto. (forse sta bene perchè ha il baricentro basso..ha ha ha). Mi addormento mentre lei si guarda uno dei film che va in onda. Arriviamo a Tarfaya in orario ma impieghiamo circa un’ora per passare la frontiera. Benvenuti in Africa, qui tutto ha tempi propri. Attraversiamo il confine e già siamo circondati da tassisti o gente che ci vuole portare in albergo. Decidiamo di rimanere a dormire una notte a Tarfaya perchè Agadir è troppo lontana e se partissimo subito arriveremmo nel cuore della notte in città. Con una coppia di tedeschi riusciamo a dividere un appartamento per 6,50 euro a persona. Poggiamo i bagagli e andiamo a mangiare una specie di panino con verdure e carne di cammello.
Altre vaccinazioni per l’Africa
Abbiamo deciso di seguire il consiglio di TripLuca e di Andrea (Il Cujo) perciò ci facciamo bucherellare ancora un po’. Siamo quindi tornati a Vasto per vaccinarci per l’epatite A e B, il tifo e meninginococco (un ceppo della meningite). Io mi sono potuto fare i vaccini mentre Valeria no perchè ha la febbre alta da giorni, probabilmente per colpa dell’altro vaccino per la febbre gialla. Comunque tra una settimana potrà farseli anche lei. Prima di partire dovremo fare il richiamo per l’epatite A e B e poi tra sei mesi rifare l’ultimo. Per il tifo no c’è bisogno di fare le punture basta prendere delle medicine per una settimana.