Stupidamente puntuali, dato che siamo in Africa, arriviamo alle 7 del mattino spaccate al bus che ovviamente parte con la solita ora e mezza di ritardo. L’agenzia di viaggio si chiama “Sangue Voyage” e mai nome più appropriato potevano darle dato che per arrivare a Dakar dovremo letteralmente schiumare sangue. Valeria chiede ad uno dell’agenzia se puo’ salire sul bus e scegliere il posto a sedere e senza problemi glielo fanno fare ma ovviamente le chiedono dei soldi in più e lei super incazzata risponde che ha già pagato 25000 CFA, cioè la bellezza di 37 euro, e che quindi non ha nessuna intenzione di pagare un centesimo di più! Con tutta la calma del mondo finiscono di caricare i bagagli così finalmente possiamo partire e per salire sul bus l’autista fa l’appello come a scuola! Il bus non è per niente confortevole e già ai primi chilometri ci sentiamo distrutti e accaldati. Ci fermiamo diverse volte lungo la strada e la frontiera sembra non arrivare mai. Verso le 8 di sera ci fermiamo da qualche parte in Mali e vediamo che un po’ di gente riprende i bagagli, noi scendiamo a mangiare un boccone da una signora che cucina in mezzo alla strada e mangiamo pure di fretta perchè pensiamo di ripartire abbastanza velocemente ed invece..il bus si fermerà lì per tutta la notte! Continua a leggere Da Bamako a Dakar
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Isola di Gorée
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A casa da Agnes è arrivato un altro Couch Surfer, un ragazzo francese che si unisce a noi per visitare l’Isola di Goree. Prendiamo il bus numero 1 che ci porta dalla parcella 16 al centro. Ci mettiamo un sacco di tempo perchè il traffico è impressionante. Scendiamo e ci dirigiamo verso il porto dove facciamo il biglietto. La tratta è breve, più o meno dieci minuti e già sul traghetto c’è chi si propone come guida o come venditore. L’isola di Goree è molto piccola e per girarla tutta ci mettiamo circa 1 ora e mezza. Da quest’isola venivano imbarcati i neri per essere poi venduti come schiavi. Ci sono molti edifici coloniali, molto belli ma lasciati all’abbandono mentre alcuni vicoli sono stati ristrutturati. L’isola è abitata e c’è anche una scuola. Ci sono diversi musei ma sono tutti a pagamento quindi noi da bravi cafoni non andiamo a visitarne neanche uno mentre il ragazzo francese sceglie di vedere il museo degli schiavi. Mi sa tanto che abbiamo fatto bene perchè il francese esce dal museo dopo due minuti perchè non c’è niente all’interno da vedere se non l’edificio stesso che è identico a tutti gli altri dove si puo’ entrare. Ovviamente qua e là si avvicinano diversi venditori che vogliono mostrarci il loro negozietto e la loro merce. Saliamo verso il promontorio dell’isola e lì c’è un mega cannone o pseduo mitra della guerra mondiale. Tutt’intorno ci sono diversi artisti che dipingono o che fanno delle sculture. Torniamo verso il porto per riprendere il traghetto per tornare a Dakar quando un simpatico giovanotto ci si avvicina e mostrandoci velocemente una specie di tesserino ci chiede se abbiamo l’autorizzazione per riprendere..mmm..mmm..(premesso che come noi sull’isola ci saranno stati una cinquantina di turisti armati di macchina fotografica e telecamera). Continua a leggere Isola di Gorée
Dakar
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Ci svegliamo tutti insieme e mentre io, Valeria e Agnes imburriamo il pane Jemen fa colazione con fegato e cipolle. Jemen è una ragazza senegalese che vive insieme ad Agnes. La sua casa è abbastanza grande ed è impressionante il via vai di gente, tra bambini e non, che vengono a trovarle. Agnes vive qua da pochi mesi ma già parla wolof che è la loro lingua. Finalmente riusciamo a capire come raggiungere il centro prendendo l’autobus e non il taxi. I bus generalmente sono dei furgoni coloratissimi e non hanno un numero e tanto meno si riesce a capire dove siano le fermate. Si sale dal retro e il “bigliettaio” riamane appeso fuori tutto il tempo percuotendo le monete sulla carrozzeria del furgone quando si deve fermare o ripartire. Agnes però abita vicino al capolinea del 25 e del 7, che sono delle nuove linee..finalmente numerate! Così riusciamo a risparmiare i soldi del taxi. Andiamo all’ambasciata della Guinea Bissau a riprendere i nostri passaporti e li portiamo all’ambasciata della Guinea, dove dobbiamo fare l’altro visto per 50 euro a testa. Il giorno dopo lo andiamo a ritirare e ci rincontriamo in centro con Agnes e Jemen. Per le strade ci sono negozi e bancarelle di ogni genere, dai jeans alla frutta. Ovviamente veniamo assaliti dalla maggior parte dei venditori che appena capiscono che siamo italiani ci dicono: “Italia?! L’Africa d’Europa!” mmm..in che senso?? Continua a leggere Dakar