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Per fortuna anche qui siamo riusciti a fare couchsurfing da un ragazzo americano di nome Robert e oltre a noi in casa sua ci sono altri tre couchsurfer due ragazze e un ragazzo tutti Irlandesi. Dopo una bella doccia e la cena dormiamo sul tappeto del salotto perchè non ha più letti o divani a disposizione. Il giorno dopo uno dei tre parte mentre con le due Irlandesi andiamo a vedere una delle isole che sono di fronte a Conakry. Tutto intorno al porto c’è un mercato, donne che cucinano, frutta, pesci, pane, spazzatura..un miscuglio di profumi e puzza. Con una piroga a motore raggiungiamo l’isola che non è niente di che, il mare non è bello e non c’è assolutamente niente, molto meglio l’isola di Bubaque. Arrivando all’isolotto abbiamo dovuto fare quasi lo slalom tra i relitti di navi e pescherecci affondati, non sappiamo bene perchè siano lì ma è dalla Maurtiania che ci portiamo dietro i relitti. Sull’isola dobbiamo pagare 1,50 euro per l’ombra, cioè una specie di tettoia di palme secche con un tavolino e qualche sedia e mentre le irlandesi prendono il sole noi ci rompiamo le scatole e giochiamo con l’Ipod. Torniamo a casa e cuciniamo mezzo chilo di spaghetti con il tonno tutti per noi perchè gli altri vanno fuori a mangiare al ristorante indiano e troviamo pure una connessione wifi aperta e navighiamo per un bel po’!
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Dalla Guinea Bissau alla Guinea
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Pronti, partenza e via. Compriamo dell’acqua e prendiamo un taxi che ci porta fino al solito garage dove prendiamo un altro taxi fino a Gabu. Da lì partono i taxi per Conakry, c’è n’è già uno pronto a partire ma ha solo un posto libero quindi dobbiamo aspettare il prossimo e chiediamo espressamente al bigliettaio che non vogliamo assolutamente viaggiare nell’ultima fila, viaggiare nell’ultima fila dei sedili è come stare nel portabagagli, senza possibilità di muoversi e senza via d’uscita, davvero claustrofobico! Facciamo così i biglietti, numero uno e due e aspettiamo per ben 5 ore che arrivino abbastanza persone per riempire il taxi. In teoria doveva essere un taxi per 7 persone in pratica ce ne sono entrate 9! Io e Valeria sul sedile davanti, quattro nella seconda fila e tre nell’ultima fila infernale, peggio che gli animali da macello. Il tassista è un senegalese che secondo noi avrà più o meno 19 anni e grazie a lui passeremo 23 ore da incubo. La strada è lunga, in teoria ci vogliono 10-15 ore per arrivare a Conarky soprattutto perchè la strada è sterrata e piene di buche, cunette e macchine ribaltate in mezzo alla via. Continua a leggere Dalla Guinea Bissau alla Guinea
Guinea Bissau e l’Arcipelago di Bijagos
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Cerchiamo un posto dove dormire ma non c’è troppa scelta e a meno di 10,00 euro a persona non riusciamo a trovare niente e inoltre questi alberghi ne valgono la metà. Per farsi la doccia bisogna usare i secchi e in alcuni la corrente c’è solo dalle 7 di sera alle 7 di mattina. Anche per mangiare sono botte da orbi..inoltre in tutta Bissau non ci sono Bancomat, verranno installati a fine mese! Per fortuna abbiamo ancora qualche euro con noi ma dobbiamo far bene i conti e sperare che in Guinea ce ne siano altrimenti non ci potremo fermare e dovremo schizzare in Mali, dove di sicuro ce ne sono. Almeno qui la gente è tranquilla e girando in maniche corte c’è chi mi chiama “Materazzi”, come il giocatore dell’Inter. Andiamo verso il porto per capire come si puo’ raggiungere l’Isola di Orango. Il porto ha tre ingressi e c’è un via vai di container. Come sempre non è per niente chiaro dove e a chi dobbiamo domandare ma alla fine ci indicano un barca attraccata al porto e ci fanno entrare. Nel porto ci sono diversi pescherecci affondati e lì rimangono, non vengono spostati..aspettano che se li finisca di magiare il mare. Il traghetto va sull’Isola di Bubaque, la capitale dell’arcipelago di Bijagos, e parte una volta a settimana, il venerdì, e rientra a Bissau la domenica. Questi sono gli orari di questo periodo perchè non è alta stagione. Il giorno dopo, poco prima della partenza per l’Isola di Bubaque, veniamo avvicinati da due tizi della Sierra Leone che attaccano bottone con noi con la scusa di voler vedere i nostri tatuaggi. Dopo un esame accurato della nostra pelle ci dicono che si trovano a Bissau per affari, vendono diamanti e oro ed hanno un appuntamento con un acquirente del Portogallo. Continua a leggere Guinea Bissau e l’Arcipelago di Bijagos