Amed, Jemeluk, Aas e Tulamben si sviluppano lungo la strada che fiancheggia la costa. Qualche ristorante, alcuni resort e molti dive center.
Con la moto facciamo un giro e andando verso nord incontriamo un piccolo villaggio. Le donne lungo la strada arrostiscono dei tonnetti interi infilati su dei bastoncini, c’è chi prepara della “porchetta” in un warong, mentre dalla costa partono numerose piroghe per la pesca, barchette costruite in legno e bambù con vele coloratissime tese sotto il vento.
Prima di arrivare al villaggio passiamo un piccolo cimitero a ridosso del mare, le lapidi sono costruite con delle piccole pietre e quasi non si vedono tra l’erba. Poco più avanti incontriamo delle saline. C’è tutta un area dove viene raccolto il sale che viene poi fatto asciugare in giare di vimini o posato sopra del bambù ad essiccare. Viene preparato durante la stagione secca per poi essere venduto in tutta l’isola.
Salendo fin su in cima alla collina si puo’ ammirare tutta la baia e la vista da qui è davvero meravigliosa. Dall’alto si vede il fondo del mare, l’acqua è trasparente e si distinguono chiaramente tutti gli scogli. Le barche al largo sfrecciano sul mare mentre sulla terra ferma tra le nere rocce vulcaniche cresce la vegetazione: alberi, palme da cocco e bouganville coloratissimi.