Eccoci qua, di rientro in Italia.
Dopo 18 mesi di viaggio togliamo le infradito dai piedi, disfiamo gli zaini, diamo i regali agli amici e ci rimettiamo gli abiti “civili”. Il ritorno a casa ha come sempre un sapore strano.
Diamo una bella pulita, sballiamo gli scatoloni, rifacciamo il letto e tiriamo fuori i vestiti pesanti perchè l’inverno è alle porte.
Gli amici, i parenti, la buona cucina ci inebriano la testa e lo stomaco e sono talmente tante le cose da fare che per rimetterci in carreggiata ci vorrebbero giornate lunghe 78 ore.
Portiamo il Furbone a fare un controllino dal meccanico, andiamo a fare la spesa, laviamo chili e chili di panni, passiamo le ore con i nipoti e ci regaliamo qualche bicchiere in compagnia degli amici raccontando del viaggio.
Sono contenta di essere tornata a casa? Non lo so.
E’ difficile spiegare tutte le considerazioni che ho fatto viaggiando perché sono davvero tante. Per prima cosa posso dire che un luogo può’ essere bello o brutto ma che questo poca importa perché sono le persone che si incontrano durante il viaggio che rendono indimenticabile un luogo.
Ad esempio, nonostante le Filippine non mi siano piaciute, devo dire che ho un ricordo speciale di questo viaggio perché abbiamo attraversato le isole in compagnia di Carlos, l’amico spagnolo di Paolo, e di Daniel un ragazzone della Repubblica Ceca alto 2 metri e sempre con un tasso alcolico nettamente sopra la media. Continua a leggere Il viaggio della tarantola