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moschea – TripMaiTrop

Gambia

The GambiaGuarda tutte le foto del Gambia.
Amadou ha 18 anni e noi siamo i suoi primi ospiti tramite il couchsurfing. La sua casa è una corte, ci sono più di trenta persone tra adulti e bambini che vivono qui. Appena arrivati ci fanno accomodare nella nostra stanza che non è altro che un materasso tirato in terra con quattro mura tutte intorno e un tetto fatto di lamiera. Fa caldissimo e si suda anche da fermi. Mangiamo un boccone e poi ci portano ad un party, musica dal vivo e un sacco di ragazzi che ballano. Ma noi, un po’ perchè siamo stanchi e un po’ perchè non fa per noi, ci fermiamo poco e andiamo a letto abbastanza presto. Gambian food
Il giorno dopo facciamo colazione a base di frittelle, fagioli e cipolla, dopo di che con Amadou e altri suoi amici/parenti andiamo a fare un giro per il villaggio, ci portano a vedere il mercato, la loro scuola, la moschea e il campo di calcio. Davanti alla casa di Amadou gli abitanti di Sukuta stanno costruendo una moschea. La stanno costruendo con i soldi della beneficenza e nei giorni liberi tutti danno una mano per costruirla. Noi allora decidiamo di fare un’offerta anche per ricambiare la loro ospitalità. Il giorno dopo andiamo con Amadou e Amstrong, un suo amico, a vedere una specie di parco naturale..una cosa per turisti con tanto di pozzetta con dentro 4 o 5 coccodrilli, ovviamente evitabilissimo. Poi ci portano a vedere il mare, o meglio ci portano a vedere la zona più turistica sulla costa. Villaggi turistici di super lusso, ristoranti di ogni tipo, dall’italiano al tailandese e un sacco di altre cazzate per turisti. Per vedere il mare entriamo in un villaggio ultra chic. Continua a leggere Gambia

Dakar

SenegalGuarda tutte le foto del Senegal.

Facciamo colazione in ostello prima di partire per Dakar. Con un taxi raggiungiamo la stazione e lì cerchiamo un bus..e via con il solito rito, contrattare il prezzo per noi e per i bagagli. Il Bus non è altro che un furgone super scassato con le scorrevoli saldate per non far cadere la gente, ci sono diverse file di sedili molto artigianali, tre orizzontali e due verticali. Più o meno siamo in tredici dentro il furgone ma siamo decisamente più comodi che nel taxi. I bagagli sono tutti ammassati sopra il portapacchi del furgone. Prima di partire l’autista fa una specie di rito scaramantico sul sedile e sul volante del bus. Sono decisamente superstiziosi tanto che tutti i bambini hanno addosso il gri-gri, un talismano porta fortuna. SenegalNon è altro che uno spago con un ciondolo, tipo una conchiglia, delle perline o un sacchettino con dentro qualcosa, c’è chi lo porta legato attorno alla pancia o intorno al braccio. Il viaggio è abbastanza lungo, quasi quattro ore. Lungo la strada incrociamo vacche, capre, baobab giganti e diversi piccoli paesi. Non sappiamo esattamente dove scendere così scendiamo al capolinea. Qui solito macello, veniamo assaliti da milioni di tassisti. Telefoniamo al figlio di Fatu, Alioune, che spiega ad un tassista dove abita. Così, a caro prezzo, raggiungiamo casa sua. Dakar è una città immensa, il centro è un delirio di strade, palazzi e traffico e anche in periferia non si scherza, ci sono solo edifici più piccoli e le strade sono ricoperte di sabbia. Continua a leggere Dakar