[image source_type=”attachment_id” source_value=”2256″ title=”atlas” align=”left” icon=”zoom” lightbox=”true” size=”medium”] Arriviamo a Barcellona nella giornata del match Barcelona-Inter perciò non proviamo nemmeno a cercare un posto dove dormire ma ci spostiamo subito verso Valencia dove ci fermiamo in un autogrill per cenare e dormire. Dormire e’ una parola grossa perché’ in macchina i sedili non si possono reclinare in quanto l’auto e’ stracolma delle nostre borse e scatoloni.
L’indomani ci rendiamo subito conto che l’eta’ avanza inesorabilmente perché ci svegliamo con mille dolori alla schiena, alle gambe e alle braccia, io addirittura faccio fatica ad allacciarmi le scarpe mentre Paolo e’ preso da un mega torcicollo.
Prendiamo il “nostro” atlante stradale del 97/98 in lingua polacca e partiamo in direzione Marbella dove incontreremo Claudio.
Claudio, già nostro compagno di viaggio tra Venezia e Cracovia marcando stretto il ciclista Tripluca, ha deciso di unirsi alla spedizione per Fuerteventura e ci seguirà con il suo scooter cinese sull’isola solo dopo averci sbolognato una parte dei suoi bagagli. Continua a leggere Verso Marbella
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Viaggio in nave Civitavecchia – Barcellona
E’ tempo di migrare di spostarci perciò’ decidiamo di tornare a Fuerteventura per un periodo.
Mentre Paolo in trenta secondi netti sistema le sue tavole e prepara il suo zaino io, da brava femmina, mi perdo in ore di preparativi tra borse e borsoni carichi di vestiti, pentole, lenzuola, coperte, utensili per la cucina, cibo e tanto altro.
La macchina e’ piccola ma ciò’ nonostante riusciamo a farci entrare tutto e in una giornata di sole splendente partiamo salutando le campagne verdi d’Abruzzo, la Maiella e la costa Adriatica.
Dobbiamo raggiungere Civitavecchia dove da li’ prenderemo il traghetto per Barcellona, ottima scorciatoia per raggiungere la Spagna evitando così’ ore e ore di macchina nell’attraversare l’Italia e la Francia.
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Traghetto Fuerteventura Marocco
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Paolo ci accompagna a Puerto del Rosario ma prima di lasciarci al porto mangiamo insieme qualcosa in città, pulpo a la plancha, murenda e atun a la plancha il tutto accompagnato da papas arugadas con mojo canario. Arriviamo al porto e non ci possiamo sbagliare, parecchi marocchini aspettano il traghetto e a parte noi e altri quattro o cinque occidentali non ci sono altro che arabi. La polizia canaria controlla i documenti e prima di farci imbarcare ci fa passare sotto il metaldetector che è rigorosamente spento! I bagagli andrebbero imbarcati su un furgoncino dell’Armas ma dato che abbiamo la tavola ci fanno salire sulla nave con tutta la nostra roba. Tutti i Marocchini hanno un sacco di scatoloni e borsoni e molti portano a casa coperte di lana e pacchi di detersivi o pannolini per bambini. Si parte, lasciamo Fuerteventura ancora una volta con una nave infatti anche due anni fa siamo tornati a casa via mare. La crociera dura 5 ore e il mare è decisamente agitato. Molti sulla nave si sentono male e anche io sudo freddo..Valeria invece sta bene e sgambetta su e giù per il traghetto. (forse sta bene perchè ha il baricentro basso..ha ha ha). Mi addormento mentre lei si guarda uno dei film che va in onda. Arriviamo a Tarfaya in orario ma impieghiamo circa un’ora per passare la frontiera. Benvenuti in Africa, qui tutto ha tempi propri. Attraversiamo il confine e già siamo circondati da tassisti o gente che ci vuole portare in albergo. Decidiamo di rimanere a dormire una notte a Tarfaya perchè Agadir è troppo lontana e se partissimo subito arriveremmo nel cuore della notte in città. Con una coppia di tedeschi riusciamo a dividere un appartamento per 6,50 euro a persona. Poggiamo i bagagli e andiamo a mangiare una specie di panino con verdure e carne di cammello.