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Ci svegliamo presto e partiamo per la Cambogia. Il confine è molto vicino e per uscire dal Vietnam ed entrare in Cambogia ci mettiamo poco tempo. Risaliamo sul bus e ci rimettiamo in marcia verso la capitale. Il cielo è di un azzurro splendido, adorno di tante nuvole bianco latte così perfette che sembrano disegnate, in terra invece risaie di un verde brillante e qua e là qualche vacca che pascola. Passiamo diversi villaggi fino ad arrivare sulle sponde del Mekong, qui dobbiamo aspettare che arrivi la chiatta che caricherà tutte le macchine e gli autobus e che in pochi minuti ci porterà sull’altra sponda. Ci sono molti minibus e autobus in coda, i bussini sono stra carichi di persone e portano la gente anche sul tetto. Guardiamo fuori dal finestrino e vediamo molte donne e bambini che vendono cibo. Tutti indossano un cappello di paglia e sulla testa in perfetto equilibrio portano i piatti e i cesti con dentro il cibo: panini, gamberoni al vapore, uova sode, quaglie glassate, frutta, acqua e grandi insetti e tarantole fritte. C’è chi cammina tra le macchine e chi invece vende la propria merce stando seduto. Tra i venditori gironzolano diverse mucche che cercano di brucare qualcosa tra i cumuli di rifiuti.
Una volta arrivati sull’altra sponda dopo un’ora circa raggiungiamo Phnom Penh. Anche qui è un caos infernale, l’unica differenza è che in questa città nessuno suona il clacson, almeno le nostre orecchie riposano un po’. Appena scendiamo dall’autobus veniamo letteralmente assaliti dai tassisti che ci fanno mille domande: “dove vai? cerchi un hotel economico? veni con me! dove vi devo portare? di cosa avete bisogno?”. Continua a leggere Phnom Penh