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Giorno 5: Qui ci prendiamo un po’ di riposo, Braian ha deciso che devierà di 500 km la sua strada per portarci fino a Port Augusta e così approfittiamo per rilassarci un p’o dopo il viaggio. Braian se ne va a fare un po’ di ricerca di monete in spiaggia e noi andiamo a pescare dal molo. Nel frattempo ci imbattiamo in una rissa tra aborigeni già ubricachi alle 7 del mattino ma niente di preoccupante noi ci mettiamo a pescare per quasi tutta la giornata e alla fine ci guadagnamo la cena, 6 bei pescioni. Torniamo alla macchina, puliamo il pesce e via di nuovo in strada verso Port Augusta. Ci fermiamo per la notte, il solito rituale tramonto da paura, cielo iper stellato, tea mentre Dean ci prepara la cena a base di pesce.
Categoria: Australia
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Australia, in autostop da Perth a Cairns
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Giorno 4: Solita procedura sembra quasi un rituale ormai, all’alba una tazza di tea e si parte, destinazione Seduna. Il paesaggio non cambia molto a parte per un forte dislivello tra la strada da dove veniamo a quella dove stiamo andando. La vista è spettacolare. Passiamo poi una zona dove nella stagione giusta si possono avvistare balene che vengono lì per riprodursi ma noi siamo nella stagione sbagliata. Come ci affacciamo da questo promontorio incredibile a strapiombo sul mare esce un delfino che fa qualche salto, ci consoliamo perchè è meglio di niente. Ancora qualche foto un tea e via si riparte. Arriva l’ora di un altra fermata e quando ci fermiamo alla stazione di servizio vediamo un aereo volteggiare sulla stazione, è uno di quei piccoli aerei. Gira attorno all’area di servizio e che fa? Atterra in strada e entra nella stazione di servizio per fare il pieno, fa benzina e si riprepara al decollo. Ci saluta mentre ci passa vicino e via decolla di nuovo. Questo non è l’unica cosa strana che ho visto in Australia, abbiamo incontrato infatti trasporti eccezionali del tipo un camion con dietro una casa, cosa normale qui. Incomincia a fare scuro e facciamo in tempo ad arrivare a Seduna per un bagno e vederci un tramonto sul mare. Seduna è una città piccolissima in una baia e con un molo lunghissimo, io cucino una pasta veloce e ci mettiamo a dormire.
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Giorno 3: Ci alziamo presto come sempre e dopo aver mangiato qualcosa ci rimettiamo in viaggio. Ieri abbiamo fatto 700 km e se continuiamo così arriveremo a Port Augusta in 2 giorni. La giornata fila tranquilla tra fermate per il tè e qualche foto. L’unica cosa che ci da un po ai nervi sono i prezzi che nelle stazioni di servizio, lungo il Nullarbor, aumentano e mano a mano che ti allontani dall’ultima città diventano il triplo o il quadruplo del normale, non fa tanto piacere vedere che ti stanno rapinando. Con il calare del solo si comincia a fare lo schiva canguro con la macchina, a quell’ora escono tutti insieme perchè si abbassa la temperatura e la cosa che più gli piace fare e stare fermi al centro della strada e non si spostano manco se gli passi a due centrimetri dalla coda. Se ne incontrano molti stecchiti lungo la strada, investiti dai camion o dalle altre macchine. La cosa divertente è che Braian non ci faveva tanto ca so ai canguri, così di notte gli davamo una mano ma ogni volta che gli dicevo “Braian il canguro!” lui invece di evitarlo si girava prima verso di me chiedendomi “Cosa?!” ed io “Il canguro il canguro” e lui sterzava bruscamente poco prima di farlo seccho. Poi arriva l’ora di dormire e ci fermiamo in una delle piazzole ai lati della strada, in lontananza vediamo una luce, come un fuoco e poi una forte odore di legna bruciata, parlando tra di noi diciamo che sarà qualche altro che ha deciso di accamparsi un po più all’interno per la notte ma poi vediamo che non c’erano macchine e il fuoco era un po’ troppo lontano dalla strada. Braian ci aveva già raccontato di cose strane accadute nella zona come di persone che si erano accampate e venivano derubate dagli aborigeni che venivano giù dalle colline. All’improvviso vediamo delle torce che si accendono e cominciano a venire verso di noi prima una poi un’altra, Braian saluta in lingua aborigena ad alta voce in modo che potessero sentirci ma nessuno risponde e dopo qualche altra parola in aborigeno lui ci dice che è meglio andar via e in fretta risaliamo sul furgoncino. Dopo una 20 di kilometri ci fermiamo di nuovo per la notte e questa volta senza problemi.